San Ranieri

Giovane San Ranieri
studio per affresco
olio su tela
Autore Luca Battini

Figlio del mercante Glandulfo e di Mingarda, Ranieri nacque fra il 1115 e il 1120. Dopo una giovinezza non proprio esemplare ma certo non molto diversa da quella dei suoi coetanei, si convertì grazie a un predicatore laico itinerante, Alberto Leccapecore, originario della Corsica. Attraversò quindi un momento di profonda crisi interiore, che i genitori attribuirono a infermità mentale, da cui uscì profondamente trasformato, anche se nell’immediato tornò alla vita consueta. Partì, anzi, per l’Oriente, per ragioni legate all’attività commerciale della famiglia, che esercitò per quattro anni, fino a quando, per ispirazione divina, decise di cambiare vita, abbandonando tutti i suoi beni, consapevole che erano di ostacolo per una piena conversione. A Gerusalemme, un venerdì santo intorno al 1140, nella chiesa del S.Sepolcro, si spogliò delle sue vesti e indossò la pilurica, l’abito del penitente e del pellegrino, che Benincasa, il canonico pisano, amico e discepolo del santo, autore della “Vita Raynerii”, presenta tuttavia come il segno della sua futura missione di profeta e apostolo, quasi un novello san Giovanni Battista. Da quel momento Ranieri si dedicò alla preghiera e alla meditazione sulla vita di Gesù. Visitò anche i principali luoghi santi, come Betlemme, Nazareth, il Tabor, il Monte della Quarantena, ma per gran parte del periodo trascorso in Terrasanta preferì risiedere presso il Santo Sepolcro. Dopo circa quattordici anni, nel 1154, sentì il bisogno di tornare a Pisa per raccontare ai concittadini la sua esperienza spirituale, per comunicare loro ciò che aveva udito dalla viva voce di Dio e per assumere, in loro favore, il ruolo di intercessore, di predicatore e di pacificatore. Al ritorno fu ospitato prima dai monaci vittorini di S.Andrea in Kinzica, dove si trattenne per un anno, poi dai benedettini di S.Vito, presso i quali trascorse gli ultimi anni della vita, dal 1155 al 1160, conservando sempre, con convinzione, la sua identità di laico. Morì il 17 giugno 1160.


La Chiesa di San Vito su Lung' Arno Simonelli


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